Da un paio d’anni, per chi vuole prendersi una pausa golosa o solo un caffè, a Brera il punto di ritrovo è il Fernanda.
Un caffè elegante, proprio a fianco della pinacoteca . Che strano nome per un caffè. Il nome di una donna.
Ma questa Fernanda è indissolubilmente legata alla sua Brera, di cui è stata la prima direttrice donna ed è grazie a lei se ancora oggi il patrimonio della nostra pinacoteca è così ricco.
Chi è Fernanda Wittgens?
Una storica, una militante antifascista, una sognatrice molto pragmatica. Nella biografia di Giovanna Ginex, da poco pubblicata per Salani, troviamo tutte queste caratteristiche e molto di più.
La Ginex, che già aveva pubblicato gli scritti della Wittgens per Skira, si cimenta questa volta nel genere romanzo.
Una scrittura piana, poco retorica, facile per tutti perché tutti dovrebbero conoscere la storia di questa eroina discreta e silenziosa del 900 italiano. E se talvolta la prosa indulge un poco in una inopportuna dolcezza, scusiamo l’autrice.
Una famiglia dalle radici europee ma allo stesso tempo radicata sul territorio, Fernanda, di origini austro-ungheresi, nasce a Milano nel 1903 e qui frequenta le scuole: il liceo Parini, l’Accademia letteraria. Nel palazzo di Brera, con modestia e perseveranza, muove i suoi passi fino a diventare l’assistente del direttore. Sarà lui, Ettore Modigliani, a soprannominarla Allodola: una creatura a prima vista piccola e indifesa ma dal volo possente e dalla grande apertura alare. Un po’ come Fernanda , quando si ritrova a dover salvare le opere affidatele nei giorni dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e ad affrontare i giorni bui della prigionia a San Vittore, incarcerata come nemica del fascismo.
Nel dopoguerra, diventa promotrice di grandi progetti e restauri, nominata soprintendente, porta a termine la ricostruzione di Brera nel 1950 e progetta la “ Grande Brera”, aiuta nella ricostruzione di altre importantissime realtà come il Poldi Pezzoli, la Scala, Il Cenacolo. Una vita per l’arte che si spegne troppo presto, nel 1957.
Fernanda è sepolta al Cimitero Monumentale, nel Civico Mausoleo Palanti, vicino al collega Franco Russoli e tanti altri milanesi illustri.